Il 4 luglio 2015 è estato approvato per acclamazione un documento dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCEO ) che può essere considerato un’accurata relazione sullo stato della professione medica in Italia negli aspetti sociali, amministrativi, professionali e negli intenti dei professionisti della Sanità.
Avendo pazienza per la sua lunghezza, è un documento che tutti dovrebbero leggere perché nessuno può chiamarsi escluso da un rapporto con l’assistenza sanitaria, sia esso in forma preventiva o terapeutica. Proprio per questo è fondamentale essere informati non superficialmente sullo stato della sanità italiana anche in funzione di scelte personali come, per esempio, su come garantirsi una”sicurezza sanitaria” o come esprimere le proprie preferenze politiche.
FNOMCEO
Roma, 5 luglio 2015
I cittadini avvertono sempre di più la difficoltà ad accedere alle cure e i medici italiani, insieme a tutti gli altri operatori sanitari, vivono una condizione di profondo disagio nello svolgere il proprio ruolo professionale.
La causa di tutto questo risiede in molteplici fattori, primo fra tutti una politica orientata più alla gestione emergenziale del presente e attenta a rispondere a problemi meramente economici che all’affermazione dei valori di equità, giustizia e sicurezza, perseguendone la realizzazione con appropriate progettualità programmatorie.
L’attuale politica sanitaria vede la professione medica come un costo e non come un investimento importante e irrinunciabile per la risoluzione dei tanti problemi che affliggono la sanità.
Le tecnostrutture sia centrali che regionali spesso attuano misure burocratiche e vessatorie sulla professione, come voler assegnare al medico responsabilità patrimoniali derivanti da inappropriatezza prescrittiva o proporre modelli organizzativo gestionali obsoleti, già abbandonati in altri Paesi e non suffragati da evidenze probatorie positive.
Il processo di aziendalizzazione in sanità ha evidenziato il suo fallimento nel perseguire, quale obiettivo prioritario, il mantenimento dei costi svilendo il ruolo dei professionisti a mero fattore produttivo.
La Professione, a fronte di questa realtà, deve confrontarsi con l’aumento e il mutamento dei bisogni assistenzial i, mentre si riducono sempre di più le risorse pubbliche e private.
Lo stesso Parlamento Europeo ha evidenziato che l’attuale crisi economica ha creato una forte pressione sui bilanci sanitari nazionali influendo sulla sicurezza dei pazienti e pertanto ha invitato gli Stati membri a garantire che la sicurezza non sia messa a rischio dalle misure di austerità e che il sistema sanitario resti adeguatamente finanziato.
Il contenzioso, nella maggior parte dei casi futile e pretestuoso, condiziona la vita professionale, la qualità del lavoro medico, la serenità e il rapporto con i pazienti e con i cittadini, mentre l’eccessiva burocratizzazione dell’attività medica toglie tempo all’ascolto, che è esso stesso tempo di cura dei pazienti.
Molte delle professioni sanitarie lamentano e praticano diffusamente fenomeni di reciproca erosione di competenze e sicuramente questa non è la strada giusta per affermare un corretto ed equilibrato multi professionalismo in sanità.
I medici italiani chiedono
- di diventare interlocutori istituzionali ascoltati dalla politica sanitaria nazionale e regionale in quanto portatori di soluzioni dei problemi nell’interesse dei cittadini e di partecipare al Tavolo Regioni – Governo.
- l’autonomia e la responsabilità della Professione nella gestione dei percorsi diagnostico-terapeutici e delle strutture sanitarie.
- la definizione, anche nell’ipotesi di una via legislativa, di quanto previsto dall’art. 3 del Codice di Deontologia Medica 2014 per quanto attiene a competenze e doveri del medico in una relazione paritaria tra medico e persona, che abbia come unico fine il bene e l’interesse della persona assistita.
- la difesa del SSN equo, solidale ed universalistico, che superi la eccessiva parcellizzazione e frammentazione dei tanti modelli regionali.
- un processo di “ricapitalizzazione” del la voro professionale dopo anni di subalternità delle risorse umane a mere logiche di tenuta dei conti, di gestione del con senso politico, di svilimento dei valori di riferimento (autonomia, responsabilità, meritocrazia, trasparenza, formazione, sviluppo delle competenze) che sono il cuore dei servizi alla persona sana e malata.
- di evitare gli eccessi di una politica sanitaria assoggettata alle esigenze economico-finanziarie, particolarmente gravose per le Regioni sottoposte a piani di rientro.
- lo sviluppo di modelli organizzativi che facilitino le relazioni e l’integrazione tra sistemi e tra professionisti garantendo una equilibrata ed efficace gerarchia funzionale.
- di rendere la sicurezza per pazienti ed operatori una garanzia del sistema di rendere attrattive per i professionisti le cosiddette “periferie” facendo in modo che vi sia un equo accesso ai servizi per tutti i cittadini.
I medici italiani si impegnano
- alla salvaguardia dell’ambiente e del welfare in quanto elementi fondamentali a tutela della salute e di grande coesione sociale.
- a perseguire l’appropriatezza delle prescrizioni diagnostiche e terapeutiche, ispirata alle evidenze scientifiche ed alla medicina basata sul valore (value based), che tenga conto della specificità clinica, psicologica, affettiva, culturale, etnica e sociale della singola persona ammalata rinsaldando l’alleanza terapeutica, nel rispetto dei diritti sanciti dalla Carta Costituzionale e del Codice di Deontologia Medica.
- a favorire un ruolo attivo dei pazienti nei percorsi di cura e di assistenza anche attraverso l’educazione sanitaria e l’informazione.
- a garantire approcci multidisciplinari nei trattamenti medici rafforzando la coesione e la coerenza del percorso clinico assistenziale del paziente.
- a promuovere lo sviluppo di sistemi di confronto su prestazioni ed esiti in dimensione nazionale ed internazionale, per favorire la credibilità delle organizzazioni e dei professionisti.
- favorire l’adesione (compliance) a regole e raccomandazioni condivise, sostenute da evidenze scientifiche, innovative ri spetto ai comportamenti tradizionali
- a promuovere una leadership funzionale capace di coniugare l’unitarietà, l’armonia, la qualità e l’efficacia degli esiti del l’intero processo clinico-assistenziale, tenendo conto delle molteplici autonomie e competenze tecnico-professionali in una matrice di responsabilità e potestà che si riconoscono nella sola centralità della tutela della salute della persona sana e malata.
- ad avere maggiore attenzione all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per garantire adeguati standard di qualità, equità e riservatezza.
Il progresso della società non è possibile senza i medici
Noi dobbiamo essere parte attiva delle scelte decisionali per adattare l’organizzazione del lavoro ma anche le prestazioni (performance) professionali al miglior percorso assistenziale possibile.
Dobbiamo lavorare per un approccio nuovo alla sanità che in una moderna concezione di tutela della salute non consideri più l’efficienza e l’equità come due concetti che procedono su binari separati e contrapposti all’economia e all’etica, ma che vadano nella stessa direzione a sostegno dei principi secolari di una professione equa, solidale e universalistica.
APPROVATO PER ACCLAMAZIONE
DAL CONSIGLIO NAZIONALE FNOMCEO
SVOLTOSI A ROMA IL 4 LUGLIO 2015